La Segreteria milanese della SLP organizza un incontro, aperto al pubblico, dal titolo "Un uomo e una donna e la psicoanalisi". Insieme alla criminologa Isabella Merzagora, interverranno Giuliana Kantzà e il giornalista Riccardo De Benedetti.Un caro saluto,Matteo BonazziPer la Segreteria milanese SLP
giovedì 30 gennaio 2014
Criminologia e psicoanalisi
venerdì 17 gennaio 2014
Vie della terapia psicoanalitica

Proviamo ora a formulare l'ipotesi che mediante una qualche forma di organizzazione si riesca ad accrescere il numero di noi psicoanalisti tanto che esso possa bastare a prendere in trattamento una più vasta sezione della collettività umana. D'altra parte, è possibile prevedere che un giorno o l'altro la coscienza della società si desti e rammenti agli uomini che il povero ha diritto all'assistenza psicologica né più e né meno come ha diritto già ora all'intervento chirurgico che gli salverà la vita; e che le nevrosi minacciano la salute pubblica non meno della tubercolosi, e, al pari di questa, non possono essere lasciate all'impotente sollecitudine dei singoli. Saranno allora create delle case di cura o degli ambulatori dove lavoreranno un certo numero di medici con preparazione psicoanalitica, che si serviranno dell'analisi per restituire capacità di resistenza e di lavoro a uomini che altrimenti si darebbero all'alcool, a donne che minacciano di crollare sotto il peso delle privazioni, a bambini che hanno di fronte a sé un'unica alternativa: l'inselvatichimento o la nevrosi. Questi trattamenti saranno gratuiti. Potrà passare molto tempo prima che lo Stato si renda conto di questi suoi doveri e del loro carattere di urgenza. Le condizioni presenti possono allontanare ancora di più questo momento; è probabile che l'avvio a queste istituzioni sarà dato dalla beneficenza privata. Ma è un traguardo a cui prima o poi si dovrà arrivare.
Sigmund Freud - L'Io e l'Es e altri scritti - Vie della terapia psicoanalitica (1918)
sabato 11 gennaio 2014
Enciclopedie on line
Nino Dazzi
Lacan ‹lakã´›, Jacques. - Psicanalista francese (Parigi 1901 - ivi 1981). Conseguita la laurea in medicina, si specializzò in psichiatria con G.-H. G. de Clérambault. Divenuto membro della Société psychanalytique de Paris (SPP), si dedicò al lavoro psichiatrico nell'istituzione ospedaliera. Frequentò gli ambienti letterarî del surrealismo, collaborò con la rivista Minotaure e seguì, presso l'École pratique des hautes études, i corsi tenuti da A. Kojève su Hegel. Nel 1936, al XIV Congresso internazionale di psicanalisi, lesse una prima bozza de Le stade du miroir, che sarebbe stato presentato in forma definitiva al Congresso di Zurigo nel 1949. Dopo essere stato direttore dell'Institut de psychanalyse (1952), venne eletto il 20 gennaio 1953 presidente della SPP ma, ritenuto responsabile di aver sostenuto, e anzi fomentato, le dure critiche rivolte da un gruppo "allievi" al tentativo di ridurre la psicanalisi "nell'ambito delle scienze mediche e della neurobiologia", nonché all'ordinamento rigidamente gerarchico e alle modalità burocratiche dell'analisi didattica, fu costretto, il 16 giugno 1953, a dimettersi. Si distaccò quindi dalla SPP fondando la Société française de psychanalyse (SFP), che rivendicava una profonda diversità "di ordine morale ma non teorico" nei confronti della SPP e identificava il proprio obiettivo nella costituzione di un Istituto e di una Società psicanalitica basati sul rispetto e sulla collaborazione reciproca. Successivamente L., nella relazione Fonction et champ de la parole et du langage en psychanalyse, approfondì la polemica con gli analisti dell'Istituto di Parigi e, attribuendo il successo della psicanalisi, in particolare negli Stati Uniti, a una mistificazione e a un disconoscimento ideologico dell'opera di Freud - che portò a una sempre maggiore sottolineatura dell'aspetto terapeutico della psicanalisi e a un progressivo disinteresse per "le funzioni della parola e del campo del linguaggio" - propose un "ritorno a Freud". Questo tipo di critiche e di posizioni, sostenute da L. in modo sempre più esplicito, portarono a un irrigidimento delle posizioni dell'Associazione psicanalitica internazionale che nel 1963 chiese, come condizione per il riconoscimento della SFP, l'allontanamento di F. Dolto e di L., considerato "inaccettabile come didatta". L. fu così costretto, assieme a S. Leclaire, F. Dolto e F. Perrie, a dimettersi dal direttivo della SFP, al cui interno si costituirono le condizioni per una nuova scissione. Nel 1964 L., che continuò a tenere alla clinica Saint-Anne, e poi all'École pratique des hautes études, i "seminari del mercoledì", iniziati fin dal 1953, fondò l'École française de psichanalyse, che diverrà in seguito l'École freudienne de Paris (EFP). Nel 1965 pubblicò un volume di scritti (Écrits) e nel 1968 uscì il primo numero della rivista Scilicet, con scritti di L. e dei suoi allievi. A partire dal 1972, L. iniziò la pubblicazione dei Seminaires. Il 5 gennaio 1980 propose lo scioglimento dell'EFP e il 21 febbraio dello stesso anno fondò la nuova associazione La cause freudienne. Figura di primo piano della cultura e del movimento psicanalitico francese, sostenitore di un "ritorno a Freud" contro le deviazioni di certe correnti della psicanalisi, anche ortodossa (K. Abraham, E. Jones, S. Ferenczi), e dei neofreudiani americani, identificò nel sovvertimento della concezione tradizionale della soggettività, che fece risalire a Cartesio, la vera rivoluzione del pensiero freudiano. Da questo presupposto derivano tre tesi paradossali: 1) l'inconscio, il centro della vita pulsionale condizionato dal linguaggio, coincide realmente con l'intero soggetto; 2) L'Io - che, a partire dal 1936, L. considerò fondamentalmente all'interno della problematica del "farsi del soggetto", sottolineando in modo particolare la differenziazione tra Je e Moi (oggetto necessario e alienato) - svolge una funzione narcisistica e quindi difensiva, è soltanto il soggetto immaginario, l'"assoggettato" privo di una vera autonomia; 3) la cura non cerca la Guarigione ma la Verità. Nella polemica contro la "prassificazione americana della psicanalisi", L. collegò la teorizzazione metapsicologica di Freud a uno studio delle dimensioni simboliche che costituì, per il pensatore francese, il nucleo essenziale della scoperta freudiana. Secondo L. sul piano simbolico, dove si attua il legame tra la coazione a ripetere, la memoria e l'"accesso al linguaggio", si svolgerebbe una continua dialettica tra bisogno e desiderio che, ripetendo allucinatoriamente l'esperienza passata, ritrova l'oggetto perduto sul piano fantasmatico e cerca una realizzazione. La dinamica del desiderio è guidata dalla "logica della mancanza", che si manifesta sia in modo negativo sul "registro" reale (come compromesso nel sintomo) sia in modo positivo sul "registro" immaginario (per es., nel sogno). L. individuò inoltre, come soggiacente al "registro" dell'immaginario, il "registro" del "simbolico", dominato dal linguaggio, in cui si svolge la dialettica fondamentale della "domanda", cioè della richiesta rivolta ad altri. Mentre il bisogno, per soddisfarsi, necessita di "un oggetto specifico della natura", la domanda esige il riconoscimento dell'altro e il desiderio, dominato dalla logica della mancanza, nasce dallo scarto tra bisogno e domanda. Secondo L. la scoperta del registro simbolico dimostra che la dinamica pulsionale dell'inconscio segue leggi di tipo strutturale, simili a quelle poste in evidenza da F. de Saussure per la linguistica e da C. Lévi Strauss per l'antropologia. Il primato simbolico permette così "l'adeguamento al vero spirito del freudismo" e consente di impostare, con rigore matematico, lo studio della "logica del desiderio diveniente linguaggio": in tal modo la "logica della mancanza" o della "incompletezza" si trasforma nella "logica delle catene simboliche" che si incrociano nella sovradeterminazione freudiana e fanno sì che tra il bisogno biologico e la domanda si trovi la connessione tra il biologico e il linguistico cercata da Freud.
venerdì 10 gennaio 2014
Una clinica del soggetto
La psicoanalisi è una pratica specifica di lettura e d’intervento sulla sofferenza umana. Essa basa l’efficacia della propria azione terapeutica su una speciale modalità di ascolto del discorso della persona sofferente, e su un peculiare modo di operare con la parola all’interno della relazione terapeutica. ‘Clinica’ significa qui il variegato campo in cui il disagio si manifesta ogni volta in una forma singolare, propria alla persona che ne è portatrice, imponendosi a lei stessa al di là del suo volere, nella relazione con lo psicoanalista. La clinica psicoanalitica aggiorna continuamente il campo della psicopatologia, andando al di là dell’idea di una diagnosi e di una cura standard. Il nucleo singolare di un caso clinico coincide, per la psicoanalisi, con la matrice inconscia del soggetto. In essa va rintracciato il motore della sofferenza intima a cui egli non riesce a dire “no!”, e gli elementi che possono aprire la strada ad una sua trasformazione capace di renderlo responsabile della propria soddisfazione.
(Scuola Lacaniana di Psicoanalisi)
giovedì 9 gennaio 2014
Criminologia: La giustizia riparativa
Prossimo free event organizzato da FDE Istituto di Criminologia di Mantova.

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