venerdì 25 ottobre 2013

Una breve riflessione.

Per tutte le persone in crisi di identità, che oggi hanno bisogno di un modello al quale ispirarsi, valga il concetto polanyiano di persona, cioè "un essere che affronta la realtà in modo attivo non automatico, con impegno", anche se a volte preferiamo disimpegnarci, "con passione, coinvolgendo rapporti sociali, affrontando il rischio dell'errore, inventando soluzioni nuove per i problemi che incontra, rimodellando interpretazioni già formulate, saltando discontinuità logiche e dando unità strutturale a insiemi di elementi con una forza operante secondo l'azione di un campo". Insomma siamo fortemente condizionati dalle energie positive e negative che formano il nostro campo gravitazionale (per non dispiacere ai fisici), quindi reagiamo secondo il nostro programma genetico. Così teniamo dentro anche la biologia...
Sembra che per Polanyi il motore di tutto questo si trovi nella "passione". Parola che gli psicoanalisti associano al significante desiderio. Una struttura complessa difficile da definire. Una condizione umana essenziale. L'esempio estremo di deficit di funzione desiderante si riconosce nel subdolo e doloroso discorso dei disturbi autistici.
Per rimanere nell'attualità, per i nostri problemi sociali, dobbiamo ritrovare una passione comune, un desiderio condiviso che ci proietti verso il futuro con nuova energia, con slancio vitale e impegno sincero.   

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