sabato 9 novembre 2013

L'aggressività dei nostri figli

Ho deciso di pubblicare questo testo perché negli ultimi giorni mi è ripetutamente accaduto di incontrare persone che hanno espresso una viva preoccupazione riguardo il palese atteggiamento aggressivo dei figli nei loro confronti. Oltre a fornire qualche piccolo consiglio, mi sono espresso indicando la consultazione di uno psicologo. L'aiuto del professionista è in effetti certamente importante per definire con precisione la struttura del problema, al centro del quale si colloca il discorso del rapporto tra genitori e figli. E' necessario soprattutto che lo psicologo riesca a quantificare e a dare un significato alla carica aggressiva che tende a emergere e che il nucleo familiare può essere in grado di tollerare e gestire.
Definire cosa sia e che significato abbia l'aggressività è un compito molto complesso e che forse a priori può apparire insoddisfacente. Per la psicologia si tratta di una "tendenza che può essere presente in ogni comportamento e in ogni fantasia", che riguarda tutti i soggetti e che destina l'individuo a due condizioni esistenziali opposte: la distruzione di se stessi (o degli altri) e l'autoaffermazione.
Il comportamento aggressivo caratterizza molto spesso le interazioni all'interno del nucleo familiare e le persone si sono abituate a percepirne la cruda esposizione attraverso i media, la cui fruizione si colloca certamente in frequenza crescente. Il fenomeno dell'aggressività è sensibilmente mutato nel tempo e la percezione degli individui rispetto al fenomeno, come la loro soglia di tollerabilità, ha subito metamorfosi culturali sulle quali è improbabile trovare livelli di accettabilità condivisi. Anche l'etimologia del termine, dal latino aggredior che significa "cammino in avanti", ha un'importante connotazione in psicologia. Indicherei appunto come importante parametro di valutazione la soglia di tolleranza personale di ciascuno rispetto al problema. Alla quale seguono i temi della giustificazione sociale, della punizione e tutta la tematica psicopedagogica relativa all'educazione e rieducazione dei soggetti a partire dalla nascita...il discorso si allargherebbe troppo.
Tutti noi facciamo uso in modo più o meno esplicito del potenziale aggressivo di cui disponiamo, che con il tempo impariamo a gestire e qualche volta a mettere da parte, per sostituirlo con comportamenti più razionali. L'aggressività può essere modulata e si può esprimere attraverso possibilità molto alte di differenziazione. Risultando quindi largamente accettata, in molte delle sue declinazioni (anche estreme), all'interno dei differenti contesti culturali.
Perché quindi chi esercita la propria funzione di genitore sembra a volte smarrirsi di fronte alla scena di un figlio che esprime qualcosa attraverso un attacco più o meno aggressivo?
Freud e Piaget sostenevano che qualsiasi comportamento semplice non potesse essere compreso se analizzato come evento isolato avulso dalla complessità. La componente parziale, il frammento, a discapito dell'insieme, manca il significato e fa perdere il senso complessivo della struttura. Quindi il sorriso e il pianto di un bambino, così come l'atto aggressivo, possono essere capiti solo affrontando il complesso insieme organizzato di comportamenti che formano le relazioni tra genitori e figli.
A questo proposito è quindi importante che i genitori leggano e rispondano al comportamento dei propri figli considerando il comportamento degli stessi una delle infinite modalità espressive di un messaggio, una sorta di linguaggio non verbale. Riconoscere quell'atteggiamento aggressivo come parte culturale significante di un messaggio che inquieta e proprio per questo deve essere preso e affrontato. Lo stupore che genera ansia e smarrimento è la reazione di chi si vede fuori dal gioco e dalle regole. Essere genitore è buttarsi nella mischia e sporcarsi le mani. 
Curare, con le difficoltà che ogni genitore conosce benissimo, la qualità della relazione. Fare i genitori è un lavoro a tempo pieno che non finisce mai, un impegno personale lungo, costoso, pesante e molto difficile, per definizione e struttura imperfetto. Affrontare con coraggio il compito e ben vengano i consigli e gli interventi che i professionisti offrono per affrontare le situazioni di difficoltà e le impasse delle famiglie. E' una società complessa che ci richiede, oltre al buon senso, anche la profondità di una certa conoscenza personale.

Nessun commento:

Posta un commento